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« Devo comprare il pane… » mi dico.

Prima di uscire lancio un’occhiata fuori della finestra : il cielo grigio è una ragnatela intessuta di rami stecchiti, privi di foglie.

“È normale” mi dico, “è l’inizio dell’inverno…”

Anche le case di fronte hanno qualcosa di strano. Sembrano storte e irreali…

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Sul marciapiede,  una donna mi strattona.

« Non è niente, è normale » mi dico, massaggiando la mano indolenzita.

Un odore di  frittura  bollente proveniente dal ristorante spagnolo  s’insinua nell’aria.

«  Tapas ? »

Lo stomaco mi si contrae.

« É normale » mi dico, « è l’una passata. »

Sfioro un buchetto affollato, pieno di  bicchieri colorati e sillabe strane. Odori di salse carammellate. Salsa di soia.

« È normale, mi dico, è il ristorante cinese. »

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« Accidenti, devo ancora comprare il pane… » mi dico, mentre guardo un bambino accucciato per terra…

« Poveretto, forse è stato sgridato o punito ! »

Poi ci ripenso : « Ma no, è normale, forse è solo stanco e si sta riposando… »

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Sull’altro lato della strada un tizio cerca di aprire una serranda. Anche lui ha qualcosa di strano. Non sembra reale. Ma che vuol dire «reale ?»

« Perché perdere tempo? É normale sollevare una serranda arrugginita…» mi dico con poca convinzione… “E se non ce la fa ?”

Affretto il passo, guardando dritto davanti a me, affaccendato come tutti.

“É normale” mi dico, “non ho tempo.”

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Dopo dieci metri ricomincio a respirare… “Sono libero !”

Ma lo sono davvero o è solo un’illusione? A volte mi lascio trascinare verso ciò che non voglio vedere né incontrare. Il  buco nero nascosto in fondo alla mia mente ? Lo sconosciuto abitante abusivo dei miei pensieri ? Il guardiano oscuro della normalità ? Un losco figuro ? Un clochard ?

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« Di questi tempi la disperazione fa parte della normalità » mi dico « dovunque, nel mondo, è la stessa cosa…gente senza casa, né lavoro, né cibo… »

Di colpo non ho più fame, ma solo una gran voglia di astrarmi, di leggere. In preda a uno slancio improvviso, m’incammino verso una rinomata libreria  nel cuore di un antico quartiere.

Venti minuti dopo sono avvolto dall’odore rassicurante del legno e dei libri. Sono un bambino vecchio confortato dal peso del passato, tra stampe illustrate, libri antichi e una commessa di mezza che parla a bassa voce…

« Ecco, qui tutto sembra normale!»

Quanto costa?

“30 euro”.

– No, grazie, troppo caro… sussurro uscendo. “Ma dove sto andando”?

« Psst ! »

« Chi è ? » Batto la testa contro un pilone. Un uomo orredo e barbuto mi fa l’occhiolino.

« Non l’ho mai visto prima… » mi dico, « No, questo tizio non è normale ! É un abitante del quartiere o un disgraziato scappato da Lampedusa ?».

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Mi guardo intorno. Non riconosco più il quartiere, anche se è sempre lo stesso. I miei occhi continuano a guardare ogni dettaglio, mettendo a nudo ogni stridore. É come se ogni immagine fosse messa a fuoco da un’ecografia e ogni cosa « normale » nascondesse un doppio strato. Una densità incredibile di significati. Un’esistenza sovraffollata  dal respiro ansioso dei diseredati del nostro tempo…

È passata mezz’ora. Sono nel panico : non so più dove mi trovo. Mi sono perso. Il silenzio è rotto solo da un rumore d’acqua. Una fontana ? Mio dio, senza accorgermene, sono arrivato al canale Saint Martin…

Una voce, proveninete da un uomo enorme steso sul muro del ponte  sussurra :

« Aiutami ! »

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« Aiutami ad alzarmi ! » grida ancora l’uomo.

Vado in cerca di aiuto ma non vedo altro che mostri… La case hanno delle facce vive e dolenti, con occhi e bocche mostruose… La gente mi guarda in modo strano, come se non fossi normale…

« No, questa non è proprio una giornata normale… » penso, mentre corro a perdifiato verso casa senza aver comprato il pane.

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Quando apro la porta il mio cane mi fa le feste. Emetto un gran sospiro di sollievo.

« Finalmente sono al sicuro, tutto è ritornato normale ! »

Ma ho ancora un dubbio : “Dove mangiare ? Dal cinese o dallo spagnolo o a casa, senza pane, in compagnia del cane?”

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PS. Qualche nota sul concetto di normalità (da « norma=regola= essere/vivere secondo la regola generale) ; normalità relativa : non esiste una normalità assoluta. Tutto varia nello spazio, nel tempo e nella mente.

Claudia Patuzzi

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