Una delle famose “lumache” disegnate da Ronald Searle, la cui metamorfosi fantastica si moltiplica in graffianti e soprendenti situazioni…
“Da un punto di vista della collocazione, la vena umoristica di Searle – alpinista solitario delle vette dell’inchiostro di China e, nello stesso tempo, narratore – fa parte del grande filone classico anglosassone, con tutte le sue connotazioni di gelo, di imperturbabilità, di litote o understatement, di morbose concessioni al nero e al feroce, e, infine, di viscerale passione per il nonsense…Non manca la teoria del “TWIST” elaborata dallo scrittore americano O.Henry: la conclusione obbligatoria del racconto con una stretta, una svolta, un rovesciamento, una sorpresa”, o, direbbero i latini, il fulmen in clausola”. (Ronald Searle – I 108 disegni più belli e più folli del nuovo maestro dell’umorismo, Aldo Garzanti Editore, 1973)
Il racconto di Searle (Cambridge, 3 marzo 1920 – Droguignan, 30 dicembre 2011) sottintende sempre gli antecedenti della scena disegnata, riducendosi solo al twist finale, coagulato nel disegno. Il messaggio e i precedenti del racconto devono essere intuiti dal lettore, come un coup de foudre, e identificati.
Il suo segno è emotivamente impenetrabile e incisivo. Un distacco che contribuisce all’assurdo della vicenda e a innestare, come una miccia, un’ inevitabile e eclatante comicità. Il disegno “parla” direttamente al lettore, senza bisogno di parole, carico di significati impliciti grazie all’ingegnoso stratagemma del twist o effetto-sorpresa.
In questa vignetta muta compaiono delle lettere dell’alfabeto che escono da una porta socchiusa strusciando come un serpente o delle bestiali lettere-ragno-formiche per divorare un intellettuale sciupato e occhialuto… Che cosa significa questa invasione silenziosa di lettere che si arrampicano inesorabili sul corpo di un occhialuto e distinto signore? L’incubo della scrittura? Il carattere onnivoro e cannibale della stampa? La Babele incomprensibile delle lingue? Cosa direbbe Searle oggi della rivoluzione numerica? Quali altri simboli – arobes, liens, balises, etcetera – utilizzerebbe sotto la frusta inesorabile e assurda del suo twist?
In questa vignetta vediamo delle vecchie lettere stampate a caratteri differenti che cadono a terra da un grosso libro consultato in una biblioteca da un tipico signore inglese, con impermeabile e ombrello. Un’orribile bibliotecaria-zitella l’osserva innervosita. Quell’uomo sta sporcando il suo pavimento! È evidente il contrasto tra il luogo – una biblioteca – un luogo di concentrazione e silenzio di per sé simbolo della cultura anglosassone e l’assurda caduta (altrettanto silenziosa) delle lettere alfabetiche da un libro. L’assurdo convive à côté del quotidiano.
Il senso profondo del disegno è delegato al lettore, che si chiede: “Cosa significano le lettere cadute dal libro? Forse, se sporcano il pavimento vuol dire che sono sporche, come la spazzatura, e che non servono più a niente. La stampa dei libri o le opere degli scrittori sono precarie, soggette anch’esse all’usura, alla vecchiaia, al dimenticatoio, come quelle lettere che cadono silenziose ai piedi del vecchio signore. Ci penserà la bibliotecaria a scopare quegli scarti…
L’unica cosa certa è il “FORSE”… il disegno conserva sempre in sé, come uno scrigno magico, il suo segreto. Ogni lettore può interpretare il senso-base con innumerevoli varianti.
In questo disegno appaiono i numeri di un calendario mangia-tempo che fuggono precipitosamente in una stanza o giacciono immobili nel cestino della carta straccia. Il senso profondo del disegno è delegato al lettore. In questo caso la sua domanda potrebbe essere la seguente: “Che cosa significa quella stanza? Forse è la stanza del divenire inesorabile del tempo…
E quei foglietti numerati nel cestino della carta straccia? Forse simboleggiano un ammasso di numeri-defunti, di giorni mal vissuti, “buttati via”, “sprecati”, simbolo del tempo che passa e che non possiamo più trattenere né rivivere…
E il gesto dell’uomo pieno di rughe? Le sue grandi mani cercano invano di arginare la fuga del tempo. Il clic del significato sorge in qualche secondo nella nostra mente, dopo una complessa catena di deduzioni e ipotesi… Una cosa è certa: i disegni di Searle stimolano molte domande, senza dare mai sicure risposte. Il piacere del lettore consiste nel vivere la rivelazione nell’ attimo, in cui senso e non senso, logica e follia, convivono in un perfetto e brevissimo equilibrio momentaneo.
Ecco un disegno “parlante” molto attuale, in cui il contrasto tra l’uomo terrorizzato, che mangia di nascosto dietro un albero un panino, mentre una massa enorme di piccoli uccelli affamati (il terzo mondo, tutti i poveri del globo?) lo fissano immobili in attesa di una mollica di pane, emerge con tutta la sua tragicità. In questo caso il significato scatta come una molla con tutta la sua forza. Il “twist” è perfettamente riuscito, in quanto del tutto invisibile.
Ritratto del poeta latino Marziale in una incisione settecentesca.
IL twist di Roland Searle ha qualcosa di simile a quello che, in passato, i latini chiamavano aculeus o fulmen in clausola, una sorta di “battuta finale”, arguta e imprevista, preceduta da una parte descrittiva con la funzione di stimolare l’interesse del lettore, caratteristica delle composizioni brevi e degli epigrammi. Un esempio famoso di tale genere sono gli epigrammi di Catullo (I sec. a.C.) e quelli del poeta Marziale (40 d.C- 104 d.C.).
Il primo poeta, vissuto nell’età di Cesare e Cicerone, appartiene a l’élite dei Poetae novi o, come diremmo oggi, “avanguardisti”: i suoi epigrammi hanno un carattere esistenziale: accompagnano la sua vita sociale e il suo instabile universo sentimentale, ricco di stati d’animo, emozioni, ma anche capricci e passioni, in aperto contrasto con la severa etica contemporanea e i generi tradizionali.
Il secondo, Marziale, è un poeta immigrato nella capitale dalla Spagna Tarraconese nel 69 d.C., costretto, per sopravvivere, a fare il cliente al servizio dei nobili. I suoi epigrammi hanno un carattere di occasione, trattando diverse tematiche, di tipo realistico-comico.
Ecco un esempio:
Petit Gemellus nuptias Maronillae
et cupit et instat et precatur et donat;
Adeone pulchra est? Immo foedius nil est.
Quid ergo in illa petitur et placet? Tussit.
(Marziale, Epigrammi, X, libro I)
Gemello aspira alle nozze con Maronilla
e smania e insiste e implora e fa regali;
Adeone è cosi`bella? Anzi, non ce n’è di più brutte.
Ma che cosa le piace e desidera in lei? La tosse.
(EPIGRAMMA I/n.10)
È evidente che “Gemello” spera nella morte per tisi per la sua futura sposa, allo scopo di carpirne l’eredità. Quello di sposare ricche vedove o di concludere matrimoni d’interesse era un modo per fare soldi assai diffuso a Roma.
Il fulmen in clausola è generato dal contrasto tra i verbi iniziali – aspira, smania, insiste, implora, fa regali– e la bruttezza della donna, causando il ribaltamento tra la normale logica DESIDERIO-BELLEZZA = AMORE in : DESIDERIO-BRUTTEZZA-TOSSE= MORTE-RICCHEZZA-EREDITÀ.
CLAUDIA PATUZZI
Ronald Searle in compagnia della sua lumaca. (foto di Eamön McCabe)